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Diari di scavo 2022 – quinta settimana

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Un affare di famiglia

Salve a tutti, sono Lyla Pinch Brock. Sono un senior member del team qui a Saqqara, sito che frequento da almeno vent'anni. Sono una archeologa tuttofare e ho lavorato in Turchia, Yemen, Creta, sulla penisola Greca e, ovviamente, qui in Egitto. Recentemente ho diretto il restauro del coperchio di granito Rosa del sarcofago della regina Takhat nella tomba KV10 della Valle dei Re documentando il suo esteso impianto decorativo.

Mi occupo di disegnare qualsiasi oggetto torni alla luce durante gli scavi: avere disegni dei reperti unitamente alla documentazione fotografica è molto importante per la Missione Leiden-Torino. I differenti linguaggi forniscono infatti diverse informazioni sull'oggetto. E' per questo che lavoro a stretto contatto con il fotografo della Missione, Nicola Dell'Aquila, e gli esperti di fotogrammetria, Alessandro Mandelli e Andrea Pasqui.

Se noi membri senior non possiamo più correre come gazzelle da una parte all'altra dello scavo come fanno i più giovani della squadra, è anche vero che aggiungiamo al team la nostra esperienza che è preziosa in quanto ci suggerisce cosa fare e cosa non fare in determinate situazioni.

 



Didascalia: La "sezione ceramica" della nostra missione; Barbara Aston, Valentina Gasperini, Alice Salvador e Lyla Pinch Brock.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

Questa è la prima missione che affrontiamo qui a Saqqara dopo la pandemia. Molti finanziatori, tra cui i Friends of Saqqara, ci hanno aiutato a rendere finalmente possibile questa campagna di scavo. Normalmente si è soliti lavorare nel tardo inverno o agli inizi della primavera, ma questa volta stiamo affrontando il caldo di Settembre e Ottobre che talvolta è davvero intenso. La nostra squadra è numerosa al punto che quest'anno la dig-house ha raggiunto e superato la sua capienza massima: è grazie a MEHEN e al suo contributo, che io e la mia collega Barbara Aston abbiamo la possibilità di alloggiare al di fuori della dig-house per una settimana.

In questa missione sto vestendo doppi panni: da un lato aiuto la nostra ceramologa Barbara Aston a preparare le tavole relative alla ceramica per l' imminente pubblicazione di Maarten Raven "Five Tombs"; dall'altro, grazie a una donazione della The Amarna Foundation, sto lavorando alle illustrazioni dettagliate e ai disegni architettonici della splendida Cappella ritrovata nei pressi del nostro sito nel 2019.

 



Didascalia: Al lavoro sul sito: disegnando la famiglia.

Foto: Barbara Aston.

 

Il proprietario di questa cappella rimane ad oggi sconosciuto. L'edificio è realizzato in pietra calcarea di scarsa qualità in adiacenza ad una più ampia struttura: dei tre muri che la componevano e delle due colonne antistanti rimangono solo le basi. In origine questo doveva essere il luogo dove i visitatori potevano lasciare le loro offerte al defunto. Seppur di ridotte dimensioni - circa due metri per tre - questa Cappella è molto speciale perché al centro del muro di fondo sei figure scolpite a tutto tondo sono giunte fino a noi quasi perfettamente conservate. Decorazioni di questo tipo si trovano di solito sulle stele. Le figure scolpite rappresentano probabilmente i membri della famiglia del defunto: due donne stanno a fianco di due uomini di cui cingono le spalle con il proprio braccio. I due uomini sono vestiti in maniera differente: quello di sinistra indossa un elaborato vestito pieghettato e una parrucca mentre quello di destra porta un gonnellino lungo. Ogni dettaglio è finemente scolpito, persino le dita e le unghie sono ben visibili e di squisita fattura. Abbiamo chiesto alla nostra restauratrice, madame Basma, di ripulire i depositi di polvere e sabbia che si sono accumulati negli anni: grazie al suo attento operato, agendo delicatamente con tamponi di cotone, si è potuto scoprire che probabilmente sotto ai depositi rimangono più tracce di colore originale di quante potessimo sperare: una scoperta che ci rende molto felici! Alla sinistra della famiglia alcuni rilievi mostrano una serie di prefiche e portatori di offerte, così come rimangono visibili porzioni di fregio sulla cornice destra. Purtroppo però, di ciò che doveva esserci sotto si è persa ogni traccia.

 



Didascalia: Foto di famiglia.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

Oltre ad applicare un materiale irrobustente alla pietra stiamo valutando di realizzare una copia tridimensionale del rilievo basata sui dati raccolti con la fotogrammetria. Ma per ora, la priorità è di proteggere questo bellissimo oggetto nel suo luogo di origine: per farlo vogliamo sostituire la struttura fissa che lo copriva - composta da teli di plastica, compensato e mattoni - con una nuova struttura di pietra calcarea e calce. Proteggere questa Cappella, così come tutti i monumenti in Egitto, è una difficile sfida soprattutto in quest'epoca di importanti cambiamenti climatici.

Vi aspettiamo venerdì prossimo per un nuovo diario di scavo! 

 

I Diari di Scavo raccontano la missione congiunta del Museo Egizio e del Rijksmuseum di Leiden a Saqqara.

Il progetto di scavo a Saqqara è iniziato nel 1975. Fino al 1998, il museo di Leiden ha cooperato con l’Egypt Exploration Society di Londra. Anche l’Università di Leiden (dal 1999) e il Museo Archeologico di Bologna (dal 2011) sono stati coinvolti nel progetto.

Nel 2015, il Museo Egizio si è aggiunto come terzo partner.

Gli attuali direttori della missione sono Lara Weiss, curatrice della collezione egizia del museo di Leiden, e Christian Greco, direttore del Museo Egizio.
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