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Apre la Galleria della Scrittura

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+390114406903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:30
Dopo lavori di consolidamento e restauro, riapre il terzo piano del Museo che amplia così il percorso espositivo con un nuovo allestimento: la Galleria della Scrittura.
Si tratta di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni.

 

Non solo geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto. Raccontare la storia della scrittura antica, nelle sue varianti ed evoluzioni significa anche descrivere la società, le articolazioni dello stato e in ultimo la figura dello scriba, custode della memoria storica dell’antica civiltà egizia e depositario di un saper fare, che affonda le sue origini nel mito ed è avvolto da un’aura quasi sacra.

Il progetto espositivo è a cura di Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo Egizio.



Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, insieme alla sua versione corsiva, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi. È il caso del doppio cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura. Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinità Aten, riportato in uno dei cartigli, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri.

In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

Tra i papiri di rilevanza mondiale ospitati nella Galleria della Scrittura c’è il Papiro dei Re, l’unica lista regale d’epoca faraonica scritta a mano su papiro che sia giunta fino a noi, e il Papiro della Congiura, un testo quasi di cronaca giudiziaria, che ricostruisce il processo e le pene inflitte ai colpevoli dell’attentato contro Ramesse III (1190-1077 a.C.) e che torna in esposizione all’Egizio dopo anni.

In esposizione c'è anche la copia del Trattato di Qadesh, una tavoletta in argilla che documenta la pace stipulata nel XIII secolo a.C. tra l’Egitto e l’impero ittita (nell’odierna Turchia), scritto in cuneiforme. La tavoletta originale risale al 1259 a.C. ed è conservata al Museo dell’Antico Oriente di Istanbul. Si tratta del trattato di pace più antico conosciuto e la copia è stata donata al Museo dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Türkiye.

Arricchiscono il percorso espositivo le postazioni multimediali, alcune delle quali interattive, realizzate grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

La Galleria si conclude con una sezione dedicata al potere, anche salvifico, della scrittura, con formule magiche e protettive contro i coccodrilli e il morso dei serpenti. In qualche modo si torna alla dimensione mitologica della scrittura, che arrivò agli uomini come dono divino. Una dimensione approfondita in una vetrina dedicata al dio Thot che, secondo il mito, infatti, ideò e donò agli uomini la scrittura, divenendo patrono della conoscenza e degli scribi.

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