Attività di ricerca

I diari di Saqqara 2023 – terza settimana

info@museitorino.it
011 44 06 903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:30
Salve a tutti! Sono Andrea Pasqui, dottorando in Egittologia al Politecnico di Milano presso il Dipartimento di Architettura, Ambiente Costruito e Ingegneria delle Costruzioni. Qui a Saqqara affianco Alessandro Mandelli, tecnico specializzato dello stesso Dipartimento nelle attività di rilievo topografico e fotogrammetrico ad altissima precisione, sotto la direzione scientifica dalla Professoressa Corinna Rossi.

 



Figura 1: Alessandro misura con la stazione totale.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

Queste modalità di rilievo, sempre più diffuse negli scavi archeologici, sembrano destinato ad occupare un ruolo di crescente importanza viste le molte applicazioni: un modello tridimensionale ottenuto da un rilievo fotogrammetrico, infatti, ha infinite potenzialità. Su di esso possono essere condotte varie indagini: se si tratta di edifici se ne possono studiare le forme architettoniche per comprendere l’aspetto e la funzione che dovevano avere al tempo della loro costruzione e poi del loro (ri)utilizzo. Sulla base del rilievo fotogrammetrico della tomba di Meryneith realizzato da Alessandro Mandelli qualche anno fa, ad esempio, ho potuto modellare quello che poteva essere l’aspetto originario della tomba facendo riferimento a casi simili e alla letteratura scientifica a riguardo. Data la possibilità di navigare liberamente all’interno del modello tridimensionale del rilievo, si possono poi approfondire le relazioni che questo aveva con l’intorno e con gli edifici circostanti, evidenziando eventuali allineamenti con altre features che “dal vivo” potrebbero sfuggire. E ancora, sovrapponendo i differenti rilievi dei vari giorni si può analizzare l’evoluzione dello scavo nel tempo; oppure si possono eliminare virtualmente elementi di disturbo quali integrazioni moderne che impediscono la lettura integrale del sito. Uno dei più importanti prodotti del nostro lavoro, oltre ai modelli tridimensionali di cui abbiamo già evidenziato le peculiarità, sono le ortofoto. Queste elaborazioni consistono sostanzialmente nella proiezione (perfettamente ortogonale) di tutto ciò che rileviamo sul piano orizzontale: questa immagine ad altissima risoluzione (pensate che un pixel può arrivare a corrispondere a un decimo di millimetro) è alla base del ridisegno bidimensionale delle piante dei siti archeologici.

 



Figura 2: Andrea acquisisce le immagini per le elaborazioni fotogrammetriche.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

Ma il prodotto dei rilievi fotogrammetrici non è solo destinato agli studiosi: il suo fascino lo rende un perfetto medium per la diffusione del sapere archeologico. I modelli tridimensionali consentono infatti di rendere chiaro come doveva (o sarebbe meglio dire “poteva”) apparire una tomba durante il Nuovo Regno, ad esempio, piuttosto che di re-inserire virtualmente reperti oggi conservati nei musei di tutto il mondo nel loro contesto originario. Durante gli scavi di questi giorni sono stati rinvenuti alcuni frammenti di rilievi, e nell’eventualità in cui non potessero essere riposizionati fisicamente nella loro posizione originale non c’è nulla che impedisca di farlo nell’ambiente digitale!

Insomma, il rilievo fotogrammetrico ha tante potenzialità ed applicazioni interessanti, sia in ambito accademico che in quello museale!

 



Figura 3: modello 3D ad alta risoluzione di un rilievo.

 

Ma nella pratica, di cosa ci occupiamo Alessandro ed io?

La nostra giornata-tipo inizia con l’installazione della stazione totale (figura 1): questo strumento tipico della topografia è di importanza sostanziale per il nostro mestiere. Infatti, ci consente di misurare con precisione assoluta distanze ed angoli a partire un punto topografico di coordinate note precedentemente realizzato su cui posizioniamo la Stazione. Quello che utilizziamo noi, ad esempio, esiste dal 2019 e si chiama SAK19P1. Grazie a questo, ed all’utilizzo di appositi marker codificati che posizioniamo strategicamente nell’intorno di ciò che dobbiamo registrare, ogni rilievo fotogrammetrico che effettuiamo sarà dotato di coordinate geografiche precise ed univoche. Una volta completata la messa in stazione possiamo procedere con i rilievi veri e propri: siamo a disposizione degli archeologi o di chiunque abbia bisogno di realizzare un modello tridimensionale di contesti, features od oggetti. Se durante lo scavo viene rinvenuta una cachette di ceramiche, oppure dei resti umani o qualche particolare oggetto, noi procediamo con la registrazione della loro posizione nel contesto e poi con l’attività fotogrammetrica vera e propria: con una fotocamera digitale e degli obiettivi grandangolari o semi-grandangolari (ma a volte siamo costretti ad usare persino obiettivi fish-eye se operiamo in spazi molto stretti!) scattiamo fotografie dell’oggetto da tutte le angolazioni (figura 2). Successivamente importiamo i dati topografici ottenuti con la stazione totale e le fotografie scattate e li elaboriamo sino ad ottenere un modello tridimensionale accuratissimo. Queste operazioni le facciamo più volte al giorno, sia per oggetti di piccole-medie dimensioni (come una stele decorata - figura 3 -, ad esempio) sia per interi context (figura 4), che per l’intera area di scavo (figura 5).

 



Figura 4: Modello 3D di un contesto.

 



Figura 5: modello 3D di un'area di scavo.

 

Ora vi saluto perché Alessandro mi sta richiamando all’ordine. Torno ad impugnare la macchina fotografica per affrontare nuovi rilievi e realizzare modelli tridimensionali. Rimanete qui per aggiornamenti dagli altri membri del Team a presto! Ciao!

 

A martedì prossimo con un nuovo capitolo del diario! 

 

Clicca QUI per scoprire di più sulla missione a Saqqara.
info@museitorino.it
011 44 06 903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:30