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La Mensa Isiaca tra i “Tesori dei Faraoni” presso le Scuderie del Quirinale
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Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:00
Dal 24 ottobre 2025 al 3 maggio 2026, la Mensa Isiaca sarà esposta a Roma nell’ambito della grande mostra "Tesori dei Faraoni" presso le Scuderie del Quirinale. Insieme ad altri 129 reperti provenienti dai principali musei egiziani, contribuirà a ricostruire la civiltà dell’antico Egitto: dal ruolo divino dei faraoni alla struttura sociale, dalla spiritualità ai rituali dell’aldilà, fino alle più recenti scoperte archeologiche.
Questa straordinaria tavola in bronzo, realizzata nel I secolo a.C. con la tecnica della fusione a cera persa e finemente decorata con intarsi in rame, argento e niello, è oggi interpretata come una rappresentazione visiva degli inni greci dedicati al culto di Iside, celebrato a Roma.
Secondo l’ipotesi più accreditata, la Mensa Isiaca era originariamente posta nell’Iseum Campense, ovvero il tempio di Iside al Campo Marzio.
Il culto della dea Iside viene introdotto a Roma già nel II secolo a.C., quando i Romani, espandendosi nel Mediterraneo orientale, intercettarono l’ammirazione che i Greci avevano per la civiltà del Nilo già dal tempo di Erodoto (V sec. a.C.).
La dea era una delle divinità femminili più importanti del pantheon antico egizio: sorella e moglie di Osiride (primo re leggendario dell’Egitto poi divenuto sovrano dell’oltretomba), madre del dio Horus, dea materna e protettrice. Nel mondo greco-romano, Iside veniva celebrata come la rappresentante dei ruoli tipici femminili tradizionalmente associati ad Afrodite (Grecia)/Venere (Roma), ovvero l’amore e la bellezza, cui si aggiunge l’aspetto della sapienza.
La prima traccia in epoca moderna di quest’opera risale al Cinquecento, quando nel 1522 l’umanista Pietro Bembo la acquista da ambienti vicini alla corte papale, da qui il nome di “Tavola Bembina”. Nel 1592 suo figlio, Torquato Bembo, la vendette al duca Vincenzo Gonzaga, decretandone l’ingresso nella collezione dei duchi di Mantova.
Tra la fine del 1626 e la seconda metà del 1630, la Mensa Isiaca viene venduta a Carlo Emanuele I Savoia. Quando nel 1724, per volere del re Vittorio Amedeo II, numerose opere della collezione Savoia confluirono nel neonato “Museo dell’Università”, divenne parte del primissimo nucleo della collezione del Museo Egizio.
Un team di esperti del J. Paul Getty Museum e del Getty Conservation Institute, in collaborazione con il Museo Egizio, hanno studiato a fondo la Mensa Isiaca per capirne la composizione, grazie ad accurate indagini archeometriche. Per chi desiderasse approfondire il tema è disponibile l’articolo dello studio svolto nella Rivista del Museo Egizio.
Se vuoi vedere il video del restauro CLICCA QUI.
Alla Mensa Isiaca abbiamo dedicato un simposio internazionale, che puoi vedere A QUESTO LINK.
La Mensa Isiaca rappresenta una pietra miliare nella storia del Museo Egizio, esposta nelle Sale Storiche proprio per restituire l’importanza del reperto che ha influito molto sulle scelte di Casa Savoia nell’identificare gli antichi Egizi come loro antenati.
Per quanto ci dispiaccia non poterla mostrare nelle sale, fino a inizio maggio, siamo onorati che sia stata selezionata tra i reperti simbolo per raccontare la straordinaria e millenaria storia della civiltà nilotica.
Al posto della Mensa Isiaca, abbiamo potenziato il racconto del reperto grazie a nuovi apparati informativi.
Questa straordinaria tavola in bronzo, realizzata nel I secolo a.C. con la tecnica della fusione a cera persa e finemente decorata con intarsi in rame, argento e niello, è oggi interpretata come una rappresentazione visiva degli inni greci dedicati al culto di Iside, celebrato a Roma.
Dove era originariamente collocata?
Secondo l’ipotesi più accreditata, la Mensa Isiaca era originariamente posta nell’Iseum Campense, ovvero il tempio di Iside al Campo Marzio.
Il culto della dea Iside viene introdotto a Roma già nel II secolo a.C., quando i Romani, espandendosi nel Mediterraneo orientale, intercettarono l’ammirazione che i Greci avevano per la civiltà del Nilo già dal tempo di Erodoto (V sec. a.C.).
La dea era una delle divinità femminili più importanti del pantheon antico egizio: sorella e moglie di Osiride (primo re leggendario dell’Egitto poi divenuto sovrano dell’oltretomba), madre del dio Horus, dea materna e protettrice. Nel mondo greco-romano, Iside veniva celebrata come la rappresentante dei ruoli tipici femminili tradizionalmente associati ad Afrodite (Grecia)/Venere (Roma), ovvero l’amore e la bellezza, cui si aggiunge l’aspetto della sapienza.
Dove è stata in seguito conservata la Mensa Isiaca?
La prima traccia in epoca moderna di quest’opera risale al Cinquecento, quando nel 1522 l’umanista Pietro Bembo la acquista da ambienti vicini alla corte papale, da qui il nome di “Tavola Bembina”. Nel 1592 suo figlio, Torquato Bembo, la vendette al duca Vincenzo Gonzaga, decretandone l’ingresso nella collezione dei duchi di Mantova.
Tra la fine del 1626 e la seconda metà del 1630, la Mensa Isiaca viene venduta a Carlo Emanuele I Savoia. Quando nel 1724, per volere del re Vittorio Amedeo II, numerose opere della collezione Savoia confluirono nel neonato “Museo dell’Università”, divenne parte del primissimo nucleo della collezione del Museo Egizio.
Come è stata realizzata?
Un team di esperti del J. Paul Getty Museum e del Getty Conservation Institute, in collaborazione con il Museo Egizio, hanno studiato a fondo la Mensa Isiaca per capirne la composizione, grazie ad accurate indagini archeometriche. Per chi desiderasse approfondire il tema è disponibile l’articolo dello studio svolto nella Rivista del Museo Egizio.
Se vuoi vedere il video del restauro CLICCA QUI.
Alla Mensa Isiaca abbiamo dedicato un simposio internazionale, che puoi vedere A QUESTO LINK.
Nelle Sale Storiche del Museo Egizio
La Mensa Isiaca rappresenta una pietra miliare nella storia del Museo Egizio, esposta nelle Sale Storiche proprio per restituire l’importanza del reperto che ha influito molto sulle scelte di Casa Savoia nell’identificare gli antichi Egizi come loro antenati.
Per quanto ci dispiaccia non poterla mostrare nelle sale, fino a inizio maggio, siamo onorati che sia stata selezionata tra i reperti simbolo per raccontare la straordinaria e millenaria storia della civiltà nilotica.
Al posto della Mensa Isiaca, abbiamo potenziato il racconto del reperto grazie a nuovi apparati informativi.
info@museitorino.it
011 44 06 903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:00